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Comunicati generali

Carceri: CAMBIA IL GOVERNO, NON CAMBIA LA POLITICA CARCERARIA

Roma,

Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, venerdì 4 agosto, il governo Prodi ha confermato Giovanni TINEBRA a capo dell’Amministrazione Penitenziaria in piena continuità con il governo Berlusconi. E pensare che il centro sinistra aveva espresso in campagna elettorale una forte sensibilità rispetto al problema carcerario! Scelte scellerate che vanificano l’azione di miglioramento del sistema penitenziario che esponenti di questa stessa compagine governativa continuano coerentemente ad inseguire.

Scelta tanto più grave se si considera che il quinquennio di gestione del Presidente Tinebra è stato caratterizzato da:
· La totale disapplicazione della legge penitenziaria e del Regolamento di esecuzione del 2000;
· Il totale abbandono a se stessa dell’esecuzione penale esterna e mancata applicazione della riforma della sanità penitenziaria;
· Una politica della raccomandazione che ha tolto personale agli istituti penitenziari - in carenza di personale sia di polizia che del comparto ministeri - per posizionarlo, in forte esubero, al DAP, nelle Scuole, nei Provveditorati Regionali;
· Un riordino della dirigenza (cosiddetta legge Meduri) che ha favorito i soli Direttori di carcere, indicandoli quali dirigenti di serie A, contrapponendoli a quelli provenienti da altre categorie professionali, considerati di categoria inferiore;
· Una sottrazione di fondi alle categorie del personale del comparto ministeri che, superati gli esami per la promozione al livello superiore, non sono stati inquadrati perché gli stanziamenti a loro riservati sono stati utilizzati per i dirigenti creati con la Meduri;
· La creazione di uno stato di polizia nell’ambito del sistema penitenziario, instaurando in servizio di intelligence con il compito di spiare quotidianamente, attraverso personaggi non sempre limpidi e sofisticate apparecchiature elettroniche, dipendenti, detenuti e tutti coloro che operano nel carcere;
· La totale indifferenza per le problematiche dei detenuti, utilizzati, con l’ausilio di un noto ancor man, come controfigure nella costruzione non vera di una immagine "trattamentista" che il Capo del Dipartimento non ha mai avuto negli ultimi cinque anni.

Se è questo quello che propone Prodi per le carceri, al di là di dell’indulto, non ci sarà alcun futuro per una funzione di riabilitazione e reinserimento del sistema carcerario italiano.

 


7 agosto 2006 - Ansa

CARCERI: RDB, GRAVE SCELTA GOVERNO DI RICONFERMARE TINEBRA

ROMA - ''L'ultimo Consiglio dei Ministri del governo Prodi ha confermato Giovanni Tinebra a capo dell'Amministrazione penitenziaria in piena continuita' con il governo Berlusconi: e' una scelta scellerata che vanifica l'azione di miglioramento delle carceri che esponenti di questa stessa maggioranza continuano coerentemente ad inseguire''. Lo sottolinea, in una nota, Giuliano Greggi della direzione nazionale dei sindacati di base del pubblico impiego. La scelta e' ''tanto piu' grave'' - prosegue il comunicato - se si considera il quinquennio di gestione di Tinebra. Secondo il sindacato di base in questi anni si sarebbe verificata ''la totale disapplicazione della legge penitenziaria e del Regolamento di esecuzione del 2000; il totale abbandono a se stessa dell'esecuzione penale esterna e la mancata applicazione della riforma della sanita' penitenziaria; una politica della raccomandazione che ha tolto personale agli istituti penitenziari (in carenza di personale sia di polizia che del comparto ministeri) per posizionarlo, in forte esubero, al Dap, nelle Scuole, nei Provveditorati Regionali''. Inoltre ci sarebbe stato ''un riordino della dirigenza ('legge Meduri') che ha favorito i soli direttori di carcere''., Greggi lamenta, inoltre, ''la creazione di uno stato di polizia nell'ambito del sistema penitenziario, con la creazione di un corpo speciale di agenti penitenziari''. ''Se e' questo quello che propone Prodi per le carceri, al di la' dell indulto - conclude la nota - non ci sara' alcun futuro per una funzione di riabilitazione e reinserimento del sistema carcerario italiano''.